Trovati 30 documenti.
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Trovati 30 documenti.
Dell' oratore / Marco Tullio Cicerone ; con un saggio introduttivo di Emanuele Narducci
8 ed.
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 2004 (c1994)
BUR. L ; 930
Abstract: Scrivendo il "De oratore", nel 55 a.C., Cicerone mirava non solo a valorizzare la sua figura in un momento di eclissi politica, sotto l'incombere del potere dei triumviri, ma a definire un progetto culturale, inteso a rafforzare e mantenere il prestigio del ceto aristocratico. L'eloquenza era a Roma la disciplina dominante, connessa con la prassi politica e civile. Cicerone, che ne era autorevole esponente, ne illustra i precetti sulla traccia di un nuovo statuto. Emanuele Narducci, con la sua prefazione, guida il lettore a una approfondita comprensione dell'opera. (fonte unilibro)
Milano : Rizzoli, 1998
BUR. Classici greci e latini ; 213
Abstract: Opera monumentale e ambiziosa, la "Tebaide", scritta tra la fine del 70 d.C. e gli inizi del 90, racconta una delle vicende più drammatiche del ciclo tebano, la storia del grandioso scontro per la conquista del regno di Tebe tra Eteocle e Polinice, i figli di Edipo. Dalle minacciose parole del padre, che campeggia diabolico all'inizio del primo libro a promettere eterno odio e vendetta contro i figli, fino alla morte dei protagonisti e alla sofferta sepoltura dei cadaveri nella parte finale, il poema descrive con toni cupi e orrifici le conseguenze di una lotta fratricida e gli effetti devastanti di una guerra sanguinosa. Un'atmosfera opprimente, fosca e luttuosa domina infatti nei versi di Stazio, che nelle sue immagini lascia ampio spazio agli aspetti più truci e ripugnanti della morte, come agli elementi stravaganti e pittoreschi: alla testa mozzata di un guerriero che cade a terra mentre sta ancora parlando, accosta la figura di Tisifone, che scioglie i capelli perché i serpenti del suo capo lambiscano le acque del fiume infernale. In questo universo inquietante, sconvolto dalle forze del male e da un fanatico potere tirannico - in cui i lettori avranno forse avvertito sinistre consonanze con il clima di dispotismo imperiale -, l'uomo è rappresentato come una vittima impotente del fato e di dei incomprensibili e minacciosi. Debitore alla grande tradizione epica latina, primo tra tutti Virgilio - a cui si rifà anche per la suddivisione in dodici libri dell'opera -, e al teatro tragico ateniese, Stazio tuttavia se ne distacca per i toni cupi e orrorosi che fanno della "Tebaide" l'esempio più rappresentativo dell'epica flaviana e uno dei principali documenti del gusto letterario di età imperiale.
Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, c1997
BUR. Classici greci e latini
Abstract: Morti atroci e spettacolari, battaglie sanguinose, streghe assassine, truci fantasmi e apparizioni mostruose: un'atmosfera macabra e inquietante domina nei versi di Lucano. Nella Farsaglia - opera grandiosa ma incompiuta - il poeta descrive con toni cupi e drammatici gli effetti devastanti della guerra fratricida tra Cesare e Pompeo, uno degli episodi più oscuri della storia romana. Rifacendosi al celebre modello virgiliano, Lucano ripercorre le orme del grande Cesare, che si staglia come emblematico eroe negativo, coacervo di ogni male e impietoso tiranno, "che ha fatto del crimine la sua ragione di vita"
I Fasti / Publio Ovidio Nasone ; introduzione e traduzione di Luca Canali ; note di Marco Fucecchi
4. ed
Milano : BUR, 2006
BUR. Classici greci e latini
Abstract: Acclamato come poeta e maestro d'amore, Ovidio volle cimentarsi con il più prestigioso tra i generi letterari: il poema epico. Nei Fasti egli raccolse e raccontò episodi storici e leggende che spiegassero l'origine di feste e tradizioni legate alle singole ricorrenze del calendario romano e insieme le cause del carattere fasto o nefasto di ciascun giorno. "Fasti" erano infatti chiamati i giorni nei quali era consentito amministrare la giustizia, "nefasti" quelli nei quali si celebravano le cerimonie religiose. Ma il carattere serio e accigliato del poema epico tradizionale non era, come spiega Luca Canali nell'introduzione, nelle corde di Ovidio e i Fasti, interrotti al sesto libro a causa dell'esilio comminatogli da Augusto, si rivelano piuttosto come un ammaliante susseguirsi di favole salaci e divertenti, un puro e gioioso divertimento dei sensi e della fantasia.
Vite dei Cesari / Caio Svetonio Tranquillo ; traduzione di Felice Dessi
[Milano] : Fabbri
Le lettere / Quinto Orazio Flacco ; introduzione, traduzione e note di Enzo Mandruzzato
6. ed
Milano : BUR, 2006
La Natura divina / Cicerone ; introduzione, traduzione e note di Cesare Marco Calcante
Milano : Fabbri, stampa 2006
I Grandi classici latini e greci. Filosofia e morale
Milano : Fabbri, stampa 2006
I Grandi classici latini e greci. Filosofia e morale
[Milano] : Fabbri, stampa 2006
Fa parte di: Suetonius Tranquillus, Gaius. Vite dei Cesari / Caio Svetonio Tranquillo ; traduzione di Felice Dessi
Verona : Archivio storico Curia diocesana, 2006
Abstract: Con grande gioia posso presentare a Vostra Santità e al pubblico degli studiosi e ricercatori questo volume, diviso in due tomi, che giunge ad arricchire una collana la quale, sotto il titolo "Studi e Documenti di Storia e Liturgia", e arrivata al suo trentatreesimo volume. Questa pubblicazione ci presenta la trascrizione dei verbali o resoconti delle visite pastorali compiute da Gian Francesco Barbarigo, vescovo di Verona,- e in seguito, di Brescia e poi di Padova e cardinale di Santa Romana Chiesa - nel periodo del suo episcopato nella città scaligera (1698-1714), Il presente lavoro si aggiunge alle trascrizioni dei verbali delle visite dei Vescovi precedenti, da Ermolao Barbaro (1454-1471) a Pietro Leoni (1690-1698), immediato predecessore del protagonista delle visite di cui si legge la relazione nelle pagine del presente volume. Questa visita pastorale é particolarmente interessante per la persona che l’ha compiuta, cioè il nipote di san Gregorio Barbarigo (vescovo di Padova dal 1664 al 1697).
Verona : Archivio storico Curia diocesana, 2006
Abstract: Trascrizione dei registri dal XL al XLVI delle Visite Pastorali a cura dell'Archivio della Curia Diocesana di Verona.
7. ed
Milano : Garzanti, 2006
I grandi libri ; 380/2
Abstract: Equilibrio, raffinatezza del linguaggio, grazia e misura, analisi attenta e minuziosa dell'animo dei suoi personaggi: Terenzio, il primo grande rappresentante del dramma borghese, si allontana dalla comicità irresistibile e plebea di Plauto. Non vuole far ridere, ma sorridere; non getta i suoi personaggi in pasto al pubblico ludibrio, mettendone in risalto gli egoismi e le miserie, ma li pensa capaci di gesti di umanità. La sua è una comicità complessa, fondata su una problematica morale, adatta a un pubblico colto. E proprio quei modi elitari gli attirano l'ostilità delle platee più popolari, negandogli in vita il successo e la fama.
Apocolocyntosis / Lucio Anneo Seneca ; introduzione, traduzione e note di Rossana Mugellesi
Milano : Rizzoli, 2001
BUR. Classici greci e latini
Abstract: Un Seneca feroce, cinico e irridente, lontano dalla seriosa gravità del filosofo, inaspettato per chi lo conosce solo dalle Lettere a Lucilio o dai Dialoghi. L'Apocolocyntosis, l'unica opera di satira politica a noi giunta dall'antichità, bizzarra mescolanza di prosa e poesia, parodia di generi alti e punte di accesa volgarità, racconta il destino ultraterreno del defunto Claudio: non apoteosi, come di prassi per gli imperatori morti, ma apocolocyntosis, cioè "inzuccamento", il processo postumo in cielo e la condanna a giocare a dadi con un bossolo forato. Il tutto scritto con una ferocia e un astio che la rendono una delle pagine più inquietanti del rapporto spesso tragico tra il potere e gli intellettuali.
Anfitrione / Tito Maccio Plauto ; a cura di Renato Oniga ; introduzione di Maurizio Bettini
7. ed
Venezia : Marsilio, 2006
Abstract: È possibile che, tornando a casa dopo un lungo viaggio, qualcuno incontri il proprio "doppio" di fronte alla porta? Un doppio sfrontato, violento, che al malcapitato dichiara "tu non sei tu, ma io lo sono"? Fuori dalla letteratura, per fortuna, questo incontro è impossibile o almeno così si dice. Ma nel mondo fantastico dei racconti, il faccia a faccia con il "doppio" è un tema, com'è noto, di grande frequenza, da Hoffmann a Poe, a Dostoevskij, soprattutto la letteratura romantica pullula di "doppi" o di immagini speculari che, abbandonando bruscamente la lucida superficie che le ha fatte spuntare, pretendono di scacciare il vero "io" e di prendere il suo posto. Si tratta di "doppi" o, come piuttosto si dice in italiano, di "sosia": e l'uso di questa specifica parola è molto rilevante. Per designare una simile, angosciosa creatura la nostra lingua si è infatti servita del nome proprio di colui che, per quanto se ne sa, ha avuto l'imbarazzante privilegio di incontrare per primo il proprio doppio: Sosia, appunto, lo schiavo di Anfitrione che, in questa commedia di Plauto, viene privato della propria identità per opera di un intrigo degli dei. Un intrigo di cui il Sosia plautino, scacciato da se stesso, non comprende naturalmente nulla.
Costermano [VR] : Comune di Costermano, 2006
L'ira / Lucio Anneo Seneca ; introduzione, traduzione e note di Costantino Ricci
4. ed
Milano : BUR, 2006
BUR. . Classici greci e latini
Adelphoe, Heautontimorumenos / Terenzio ; a cura di Lisa Piazzi
Milano : Mondadori, 2006
Oscar classici greci e latini ; 154
Abstract: Rappresentate per la prima volta rispettivamente nel 163 e nel 160 a.C. Heautontimommenos ("Il punitore di se stesso") e Adelphoe ("I fratelli") traggono entrambe il loro soggetto da opere di Menandro, il grande commediografo greco, e negli intrecci sembrano non discostarsi dai canoni del genere: giovani innamorati, genitori che li contrastano, bambini perduti di cui si ritrovano le origini portando così al felice scioglimento finale. Ma tutta nuova è, in questi come negli altri testi di Terenzio, l'attenzione per la psicologia dei personaggi, che riescono ad affrancarsi dal clichè buffonesco tradizionalmente imposto dal genere comico. Una profonda humanitas, che coinvolge ugualmente giovani e vecchi, austere matrone e procaci cortigiane, indagata con finezza e con una lingua elegante e raffinata, degna di quegli esclusivi circoli letterari filoellenici gravitanti intorno agli Scipioni cui l'autore apparteneva.
Psiche e natura / Wolfgang Pauli ; a cura di Giuseppe Trautteur
Milano : Adelphi, [2006]
Biblioteca scientifica ; 40
Abstract: Scopritore del principio di esclusione, che gli valse il Premio Nobel, Pauli non solo ha fornito determinanti contributi alla meccanica quantistica, ma si è interrogato, con una profondità ignota ad altri fisici, sull'esistenza di principi presenti universalmente nel processo psichico - principi che ha trovato negli archetipi di Jung. Ma che cosa è in realtà un archetipo? Per Pauli si tratta di immagini fondamentali e primitive che si impongono alla mente in maniera oggettiva e inconscia, e legate ai concerti fisici della scienza comune: da questo legame scaturisce quella unità di psiche e materia che senza alcun dubbio lo legava a Jung.
Milano : Garzanti, 1989
I grandi libri ; 380
Abstract: Equilibrio, raffinatezza del linguaggio, grazia e misura, analisi attenta e minuziosa dell'animo dei suoi personaggi: Terenzio, il primo grande rappresentante del dramma borghese, si allontana dalla comicità irresistibile e plebea di Plauto. Non vuole far ridere, ma sorridere; non getta i suoi personaggi in pasto al pubblico ludibrio, mettendone in risalto gli egoismi e le miserie, ma li pensa capaci di gesti di umanità. La sua è una comicità complessa, fondata su una problematica morale, adatta a un pubblico colto. E proprio quei modi elitari gli attirano l'ostilità delle platee più popolari, negandogli in vita il successo e la fama.